Urbino

Urbino ha origine antichissima Nulla di preciso si conosce circa i primi abitatori, anteriori alle invasioni celtiche e all’insediamento dei Galli Senoni ( IV sec. a. C. ) , ma recenti ritrovamenti di materiale archeologico - frammenti di ceramica dell'età del ferro - confermano la presenza di un abitato risalente, forse, al IV sec. a. C. Circa un secolo più tardi, i Romani sottomisero i Galli Senoni e rapidamente conquistarono tutto il territorio marchigiano. Da allora inizia la storia di Urbino romana, la Urbinum Mataurense. Il nome sembra derivare dal latino URVO (urvum è il manico ricurvo dell’aratro) per indicare la conformazione naturale del terreno. La seconda parte del nome fa riferimento al fiume Mataurus ( Metauro ) verso cui l’antico insediamento gravitava, per distinguerlo da una città dell’Umbria (Urvinum Hortense ). La prima notizia della presenza romana nel territorio di Urbino, si sa grazie alla battaglia di Sentino nel 295 a.C. contro i Piceni. Dopo questa campagna militare, la presenza romana si fece massiccia, di conseguenza Urbino divenne un centro di notevole importanza, città capoluogo di un distretto montano. Urbino era, infatti, situata lungo un importante percorso di collegamento regionale alternativo alla via Flaminia, via consolare fatta cstruire dal console Flaminio intorno al 220 a.C., che collegava Roma e Rimini, passando per Fano. (Fanum Fortunae) Procopio da Cesarea,storico e medico al seguito dell'esercito bizantino guidato da Belisario nel 538 d.C., afferma: "Urbino è situata su una collina rotonda e piuttosto alta, né però dirupata né del tutto imprendibile; solo per essere scoscesa, particolarmente nei pressi della città, è di accesso alquanto difficile; v'ha però un accesso in piano da settentrione". Come attesta il documento scritto, la città sorta su un sito anticamente abitato, occupava il pianoro di una collina molto scoscesa, il Poggio(460m). Il ripido colle , circondato da valli profonde e isolato dalle colline circostanti, su cui sorgeva Urvinum Mataurense, era situato tra il bacino del fiume Pisaurum (Foglia) a nord-ovest e del fiume Mataurus a sud-est, che scorrevano paralleli fino all'Adriatico, in prossimità delle due cittadine romane, rispettivamente Pisaurum e Fanum Fortunae. L'antica civitas era accessibile da porta Posterula situata a est della città Gli altri accessi alla città erano molto difficili, perché le strade arrivavano dal basso e avevano l’ultimo tratto in forte salita; solo verso nord esisteva uno stretto passaggio, quasi pianeggiante, che permetteva un facile collegamento col territorio. La morfologia del territorio di Urbino era molto adatta ad ospitare la citta' fortificata. Il pianoro inclinato verso nord fino a Porta Maia, era circondato da una linea di difesa naturale idonea per l'edificazione della cinta muraria. Lungo questa linea, seguendo la conformazione del terreno, correvano le mura romane. Nell'attuale via Budassi i resti del tracciato databili tra il III e il II sec. a. C., mostrano una struttura edificata con blocchi di pietra spugnosa, posti gli uni sugli altri a secco in base alla tecnica dell'opus quadratum. La città romana occupava uno spazio di 8 ettari circa ed era a pianta elissoidale non troppo regolare. La struttura della civitas era costituita da due assi viari principali rettilinei e perpendicolari: il cardo maximus (sud-nord) e il decuman maximus (est-ovest), che costituiscono ancor oggi due arterie principali della città. Il punto di incontro dei due assi viari era la sede del Foro (in corrispondenza dell'attuale Piazza Duca Federico e dell'inizio di Piazza Rinascimento). Le due vie principali terminavano ognuna con due porte urbiche. La più importante era quella settentrionale: Porta Maia, che collegava Urvinum con Pisaurum ed Ariminum. La porta che si trova all'estremità opposta è Porta Mondelce. Le altre due poste all'estremità del decumanus sono Porta Occidentale e ad est Porta Posterula. Durante il lavori di scavo per l'allestimento della rotatoria alla croce, sono stati riportati alla luce resti di una necropoli romana risalente al 1° secolo d.C. Già precedentemente, nel 1972 erano stati ritrovate 92 tombe. Adesso, nell'Agosto del 2003, sono riaffiorate altre due tombe e sei scheletri. Una di queste uno scheletro di un bambino di circa dodici anni che aveva anche una serie di reperti funerari, ampolle di vetro di una certa qualità, reliquari e cocci. Un altro è lo scheletro di un adulto. Tutti i resti sono stati asportati attualmente nel museo nazionale archeologico di Ancona per essere catalogati, in attesa di essere sistemati nella sala del Lapidario di Urbino.